Dheepan Una nuova vita

Tempo presente. Per fuggire dal conflitto scoppiato in Sri Lanka, Dheepan fugge in Francia, richiedendo asilo come rifugiato politico. Dheepan cerca di integrarsi lavorando in una zona di periferia controllata da un gang di spacciatori. Il futuro dell’uomo sarà ancora segnato dalla violenza?
    Diretto da: Jacques Audiard
    Genere: drammatico
    Durata: 109
    Con: Jesuthasan Antonythasan, Kalieaswari Srinivasan
    Paese: FRA
    Anno: 2015
7.2

Lo scorso maggio a Cannes nella selezione ufficiale trionfava il settimo film di Jacques AudiardDheepan Una nuova vita. I Coen hanno decretato vincitrice del festival la vicenda travagliata di Sivadhasan/Dheepan (nuovo nome adottato), emigrato dallo Sri Lanka assieme a Yalini e Illayaal, riconosciute rispettivamente come moglie e figlia, nonostante nessun legame familiare leghi il trio. Fuggono dalla guerra civile e dall’indigenza, hanno deciso di tagliare ogni contatto con la madrepatria e con i propri cari, sempre che ne fosse sopravvissuto qualcuno; ricominciare da capo, in una nazione pacifica, in cui si possa mandare a scuola una bambina e abitare in una casa di mattoni, con gas e acqua potabile, avere un’occupazione rispettabile e retribuita in giusta misura, vivere un’esistenza dignitosa.

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Il regista, anche co-sceneggiatore, riesce nell’intento di mettere in scena la difficile integrazione che può interessare un piccolo gruppo di stranieri in una città francese non spiccatamente accogliente: i problemi riguardano la lingua innanzitutto, le relazioni con gli autoctoni, fra cui comunque si possono trovare molti altri immigrati ormai parte costitutiva del tessuto sociale, i rapporti in casa e in ambito lavorativo, che spesso sono vincolati da un lettura distorta di ciò che potrebbe trasformarsi da imposto compromesso a lieta occasione (si pensi ai sentimenti che intercorrono fra “marito e moglie”, “madre e figlia”, “datore e stipendiato”).

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Per buona parte del lungometraggio si assiste quindi al progressivo apprendimento di un nuovo stile, di nuovi costumi, nel tentativo di seppellire la nostalgia della terra d’origine e le ingiurie rivolte dal vicinato. L’atmosfera si surriscalda solo verso l’epilogo, quando le attività di una mediocre gang di quartiere cominciano a mettere a repentaglio la sicurezza degli inquilini, scatenando nel capofamiglia il desiderio di una feroce rappresaglia, memore dello spirito e delle tecniche sviluppati nel sud-est asiatico.

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Dheepan – Una nuova vita è a conti fatti un buon prodotto, che tuttavia soffre della dimensione volutamente contenuta, plausibile, quotidiana in cui è costretto, una scelta che riduce quasi ai minimi termini le occasioni di agitare gli animi di chi mostra e di chi assiste. E’ una testimonianza rilevante ma smorzata, sincera ma allo stesso tempo dalle grammatiche non particolarmente espressive. E’ credibile che non vi fosse nessun’altra opera meritevole della Palma d’oro? Siamo sicuri che Carol (Todd Haynes), Nie Yinniang (Hou Hsiao-hsien), Saul fia (László Nemes), o i nostri Youth La giovinezza (Paolo Sorrentino), Il racconto dei racconti (Matteo Garrone) e Mia madre (Nanni Moretti) fossero realmente lavori di qualità inferiore?

Qui potete trovare la video recensione di Raffaele Lazzaroni su Dheepan Una nuova vita

A proposito dell'autore

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Classe 1995, in anni recenti si è incontrovertibilmente innamorato del cinema, interessandosi a qualunque genere di qualsiasi epoca, ma senza mai perdere la bussola della qualità artistica. Frequenta il DAMS a Padova e cura un suo canale YouTube di critica cinematografica, "Il taccuino del giovane cinefilo".