Parigi brucia?

Francia, 1944. Sotto l'ordine di Hitler il Generale in comando a Parigi sta per piazzare le cariche che dovrebbero far esplodere Parigi. Gli alleati americani stanno per entrare nella città e unirsi alla Resistenza francese e portare a compimento la Liberazione.
    Diretto da: René Clément
    Genere: guerra
    Durata: 175
    Con: Alain Delon, Jean-Paul Belmondo
    Paese: Fra, USA
    Anno: 1966
6.6

La resa visiva della nuova edizione uscita in Blu Ray il 15 Agosto 2023, edita da Kino Lorber è impressionante. Avendo davanti un siffatto lavoro di rimasterizzazione audio video le considerazioni balzano subito all’occhio. Primo punto: al cinema italiano un’opera simile manca. Nel film Parigi brucia? (Paris brule-t-il) film del 1966 di René Clément si ha a che fare con una accurata, precisa ricostruzione storica. Clément ha dato vita ad un film di guerra, la cui impostazione narrativa e di regia pare essere presa dagli western americani, in realtà non c’è un vero e proprio calco. Clément ha girato un film francese, un film d’azione sulla Liberazione dal regime Nazista. Non si avvertono implicazioni psicologiche, sentimentali e neanche accuse contro il regime di Hitler. Non in modo intellettualistico e pedantemente storico.

Al cinema italiano una operazione così manca. Né in Roma città aperta o La lunga notte del ’43 si vede un simile spettacolo. Paris brule-t-il? Non è neanche un film sentimentale o di propaganda partigiana, né un film dimesso a puntare tutto sulla malinconia dei singoli personaggi. E’ un film perfettamente patriottico, nazionalista e francese a 360°. Perché il francese è nazionalista. E questo film lo dimostra. Ma c’è anche un carattere più ampio.

Oltre alle traiettorie inusitate, sghembe delle inquadrature fatte sul campo di guerra, l’utilizzo ampio, da cinemascope, degli scenari francesi, dall’Obelisco alla tomba di Napoleone, davanti alla quale i nazisti ripercorrono, in una breve e folgorante scena, i maggiori successi militari del Comandante francese dell’ ‘800; sono stati utilizzati dalla co-produzione franco-statunitense grossi attori come Orson Welles, nei panni dei rappresentante del consolato svedese, Anthony Perkins, nei panni di uno svampito soldato americano venuto a combattere al fianco dei francese, e Glenn Ford, al quale basta scendere dall’aereo militare per imporre la sua figura.

In tutto questo lavoro di riconquista da parte dello spettatore di un film mai visto prima, con una simile qualità, c’è una grossa nota stonata, ma vista la situazione, non si poteva fare di meglio: la produzione ha dovuto fare un lavoro di omologazione linguistica, con un effetto straniante altrimenti il film non si sarebbe potuto vendere sul mercato: sia i francesi che i tedeschi si esprimono in inglese. Questo fattore conferisce al film una contraddittorietà storica al limite della falsificazione, durante la visione si cerca di dimenticare questo fattore fondamentale. Di certo, è una visione che non si dimentica.