Repeat Performance

Durante una festa per l'ultimo dell'anno una giovane donna uccide il marito. Il suo desiderio di tornare indietro nel tempo per evitare di rivivere la stessa situazione viene esaudito, La donna torna indietro di un anno. Riuscirà a salvare suo marito?
    Diretto da: Alfred L. Werker
    Genere: noir
    Durata: 91
    Con: Joan Leslie, Louis Hayward
    Paese: USA
    Anno: 1947
5.5

Nel titolo di questo intervento ho usato l’originale invece della traduzione italiana dell’epoca, Dimmi addio, per la sua perfezione intrinseca, a dispetto della versione italiana, basata su di un’accezione vagamente poetico romantica. Nel film di Alfred L. Werker del 1947 non c’è né poesia né romanticismo, nonostante all’epoca se ne usasse in generale moltissimo, ma essendo il film di Werker un poliziesco molto raffinato e per certi versi unico, poesia e romanticismo sono quasi del tutto assenti, se non in alcuni tratti visivi.

Repeat Performance è stato uno delle più luminose esperienze derivanti dal colossale lavoro di restauro portato avanti in questi ultimi quindici anni. Per dare un’idea di tutti i lavori di restauro effettuati anche in periodo di pandemia: Salomé di Carmelo bene (1972) è stato sottoposto a color grading e ripulita dei colori proprio nel 2021. Ma la lista dei lavori è ampia, per non dire sterminata. E questa è un’enorme fortuna di cui si può godere negli ultimi anni. Si può benissimo, ormai, dire di no al bombardamento quotidiano delle più inutili serie televisive prodotte da Netflix, Hulu, HBO.

Il film di Werker è un avventura sentimental onirica di grande suggestione visiva. All’epoca il film non suscitò grandi entusiasmi e venne dimenticato, sommerso dal mercato per più di 70 anni. La trama è semplice: una giovane moglie uccide il marito durante la festa dell’ultimo dell’anno, si rammarica cercando una soluzione impossibile e, salendo le scale, avviene un incantesimo e si ritrova un anno esatto indietro, di conseguenza: ha modo di ribaltare una situazione che già conosce. La storia di quel preciso anno riparte identica e l’unico personaggio che sa già come andrà a finire è quello della protagonista.

In questa struttura narrativa gli elementi visivi concorrono a creare un’atmosfera di fascino, mistero e ineluttabilità del tempo. La protagonista fa di tutto per evitare che certe dinamiche si ripetano e il restauro impone un’attenzione ai dettagli mai vista prima. Si entra e si esce dalla zona onirica con la sensazione di aver incontrato personaggi non ripetibili, come ha pretesto di fare Guillermo del Toro con il suo remake colto ma inefficace di Nightmare Alley, andando a riprendere l’originale del 1947 (stesso anno di Repeat Performance) di Elliot Goulding.

A proposito dell'autore

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Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).