La critica ha spesso trattato male Jean-Luc Godard, soprattutto negli anni ’80. I suoi cine-diari votati al solipsismo e all’estetica del frammento sono stati quasi sempre presi con una scrollata di spalle, oppure con un’irritazione per un gusto autoriale sempre troppo personale.
![](https://www.cinerunner.com/wp-content/uploads/2019/06/Soigne1.jpg)
Cura la tua destra… (Soigne ta droite, 1987) è stato restaurato alcuni anni fa e reso disponibile in una lussuosa edizione in Blu Ray. Ho avuto modo vederlo con un atteggiamento del tutto pregiudizievole, aspettandomi nel peggiore dei casi un’opera tronfia, datata, mai puntuale e fastidiosa. Ho finito per rivedere il film altre due volte, con enorme piacere.
In questo senso, devo dire che si è ripetuto il miracolo accaduto con altre visioni di due straordinari esperimenti visivi di Godard: Je vous salue, Marie (1985) e Allemagne annéè 90 neuf zero (1992); il primo rivisto dieci volte in una sontuosa edizione Blu Ray, il secondo ancora in attesa del restauro. In tutti e tre i lungometraggi suddetti il genio di Godard amplia lo sguardo dello spettatore, ma facendolo non abbandona mai la leggerezza, il divertimento puro e mai votato all’eccesso per le stratificazioni del linguaggio, le sovra impressioni, gli scarti improvvisi.
![](https://www.cinerunner.com/wp-content/uploads/2019/06/Soigne2.jpg)
Tutto quello che in mano ad un qualsiasi altro regista diventerebbe insopportabile oltraggio, in mano a Godard diventa incanto. Cura la tua destra… non fa eccezione. E resta uno dei suoi esperimenti più arditi. Proprio per questo la critica non ha gradito questo esercizio di dominio linguistico. Ciò che rende unico lo sguardo di Godard è la totale fiducia nei sottotesti e nelle trame nascoste, nella scelta di attori complici e mai recitanti, sempre oltre il proprio personaggio.
La cura nei dettagli fa impressione per naturalezza e senso della composizione in perenne estasi, ogni scena è una gag fuori dal discorso, il misto di dramma e commedia si inserisce in una volontà di superamento delle barriere che sussistono tra i raccordi di montaggio. Godard spiazza sempre, il punto di vista cambia anche perché non ce ne è mai uno fisso, anche se le premesse di ogni scena fanno credere l’opposto.
![](https://www.cinerunner.com/wp-content/uploads/2019/06/Soigne3.jpg)
Il senso e la necessità di Cura la tua destra… è che si tratta di una sinfonia creata dal nulla, per orecchie in grado di captare suoni e voci e occhi capaci di apprezzare frammenti di immagini, il tutto nella speranza di una consacrazione a venire, nel tempo. Che prontamente arriva.