Durante la Seconda Guerra Mondiale il fisico Robert J. Oppenheimer viene contattato dal governo americano per sviluppare le linee teoriche e pratiche riguardo ad un nuovo tipo di arma di distruzione di massa: la bomba atomica.
    Diretto da: Christopher Nolan
    Genere: biografico
    Durata: 180
    Con: Cillian Murphy, Emily Blunt
    Paese: USA/UK
    Anno: 2023
8.8

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Un film biografico resta un film biografico. Anche se si tenta di farlo dimenticare usando dosi massicce di dialoghi dal ritmo sincopato e una colonna sonora martellante. Negli ultimi anni le biografie hanno invaso il grande schermo. Segno di una colossale mancanza di idee? The Prestige Inception e Tenet erano “giochi” di grande magnificenza e inventiva narrativa e visiva. E la loro struttura faceva perdere la pazienza a molti. Nel suo nuovo Oppenheimer invece Nolan non deve inventare nulla. La Storia fa il film. Accadrà la stessa cosa con la biografia di Enzo Ferrari per Michael Mann?

Dopo le invenzioni di Tenet, che lasciavano interdetti, letteralmente a bocca aperta, la cui meraviglia veniva accompagnata da una colonna sonora non meno martellante che in Oppenheimer, in questo film la convenzionalità vince su tutto. All’inizio la complessità della mente del capo del Progetto Manhattan veniva mostrata attraverso l’uso di intermezzi visivi degni di The Tree of Life (2011, Malick). Poi viene dipanata come un tappeto sul pavimento, tutta la vita dello scienziato. Da perdente deriso a genio assoluto. Alla fine decorato per il successo della bomba su Hiroshima e Nagasaki, e infine quasi giustiziato nella lunghissima parte finale della commissione d’inchiesta, che costruiva l’epoca della Guerra Fredda.

La lunghezza rende il film estenuante. Nolan utilizza i dialoghi martellanti come i guantoni in un incontro di pugilato. Il ritmo resta sempre incandescente, proprio per far dimenticare la convenzionalità del materiale di partenza. Nulla di nuovo. La sfilza di grandi attori in piccoli ruoli ripete il lavoro che faceva Oliver Stone nelle sue inchieste: in JFK Bob Hoskins rifaceva Hoover, così in Oppenheimer di Nolan Tom Conti rifà Einstein e Gary Oldman il Presidente Truman. Emily Blunt ha il compito più ingrato di tutti: la moglie disperata dedita alle troppe bevute. Tutti sorreggono un’impalcatura imponente. Nolan con questo film domanda a gran voce l’Oscar. Il risultato finale esclude i “giochi” di The Prestige, Inception, Tenet, per puntare su un’eccellente impaginazione (Cillian Murphy nudo durante gli interrogatori per dimostrare che la commissione d’inchiesta lo sta spogliando dei suoi segreti più intimi) e una rispettosa lezione di Storia.

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Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).