Un milione di modi per morire nel West

Albert è un contadino senza coraggio nel selvaggio west dove vige la regola del più forte. Quando anche la sua ragazza finisce per mollarlo, si allena per diventare un vero pistolero, aiutato dalla moglie di un bandito, esperta con la pistola. Ma ben presto i suoi sentimenti per questa donna si trasformeranno in qualcosa di più.
    Diretto da: Seth MacFarlane
    Genere: commedia
    Durata: 116
    Con: Seth MacFarlane, Charlize Theron
    Paese: USA
    Anno: 2014
5.1

Ted era un episodio di commedia scatologica talmente svogliato che Seth MacFarlane deve aver scalpitato per arrivare a dirigere questo secondo capitolo di satira scorretta, dove il classico repertorio religione-morte-sesso-letame viene ampiamente sfruttato in tutte le sue declinazioni. Lo si può dire subito: Ted era molto più volgare ed esplicito, un punto di non ritorno della commedia cartoonizzata rivolto al nuovo pubblico young adult. Ma questo non bastava certo a salvare l’operazione da un senso posticcio e reazionario di deja-vu nichilista che finiva con il più classico dei matrimoni.

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Un milione di modi per morire nel West è la conferma sbiadita del senso per gli affari di MacFarlane. La volontà di girare negli spazi della Monument Valley deve essere stato la realizzazione di un suo personale desiderio, appagato dalle splendide carrellate lungo i maestosi scenari cari a Ford e Hawks, lo stesso che aveva avuto Gore Verbinski nel sottostimato The Lone Ranger. Il resto è una trama che si avvicina in modo circospetto alla parodia del genere western, mantenendo ben saldi quei principi che hanno fatto di MacFarlane il regista dei Griffin, ovvero l’estetica da sketch televisivo, che non comporta necessarimante, come in questo ultimo caso, la concatenazione infinita di trovate comiche, che è la cifra che dovrebbe avere qualsiasi produzione che si pone l’obiettivo di provocare la risata.

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Di conseguenza, la trama si riduce al corollario senza infamia e senza lode di un riscatto personale, condito da qualche vagito ironico: se il cowboy codardo (MacFarlane) non riesce a spuntarla sul rivale in amore, arriverà la bella e spietata cowgirl Charlize Theron ad aiutarlo a regolare i conti; salvo poi che durante il fatidico duello un attacco micidiale di diarrea metterà fuori combattimento il temuto avversario, in un esilarante episodio dove il severo cerimoniale di morte verrà ribaltato in una fragorosa risata a base di scoregge, con la perfida inquadratura del letame che esce da un cappello. MacFarlane dal canto suo dimostra di non credere molto nelle storie che racconta, quello che preferisce è lasciarsi andare alla trivialità e all’oltraggio più fragoroso (come si vede anche nella scena del fidanzato che pulisce la guancia della prostituta-fidanzata da una macchia di sperma); dove ogni volta che si esamina il quadro complessivo degli eventi si capisce fino a che punto il genere western possa essere stato capito da un regista della nuova generazione che viene dalla televisione.

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Si tratta di ambientazioni che niente hanno a che vedere con le operazioni tetre di Eastwood e Tommy Lee Jones oppure dei Coen o di Tarantino. Quella di MacFarlane è una commedia che all’inizio si diverte a depistare lo spettatore presentando un contesto leggero da screwball comedy e solo dopo, quando la trama si è ormai spezzata ed è iniziato il thriller, entra in scena il personaggio (introdotto da una breve scena iniziale dove si esemplifica il carattere violento del bandito) di Liam Neeson. Qui MacFarlane da vita ad un duello in cui crede poco e la disputa termina in modo da contraddire quanto mostrato prima, con la crudeltà di Neeson. Prendere o lasciare, in questa commedia western MacFarlane ha ripetuto il suo consueto corollario di battute senza aggiungere il termine ultimo della costruzione di un vero universo freak, come hanno fatto in passato Blake Edwards e Wes Anderson. Si salvano alcuni isolati sprazzi di genio: gli scenari della Monument Valley, la scarica di diarrea durante il duello, la descrizione della vagina della prostituta da parte del fidanzato Giovanni Ribisi. MacFarlane non è riuscito a fare altro, le premesse viste in Ted non erano incoraggianti e il matrimonio tra il western e la comicità scatologico-sessuale non ha ancora trovato il suo alfiere di riferimento.

A proposito dell'autore

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Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).