Quella casa nel bosco

Un gruppo di amici parte per un weekend di divertimento e relax. Ma non possono neanche immaginare quali forze oscure stiano tramando su di loro.
    Diretto da: Drew Goddard
    Genere: horror
    Durata: 95'
    Con: Kristen Connolly, Chris Hemsworth
    Paese: USA
    Anno: 2011
7

Quella casa nel bosco è l’horror iniziatico, quello che non ti aspetti, la sospetta voragine di senso che accumula il ritorno all’alveare del genere. Ecco cosa si deve fare per far resuscitare il genere: far deragliare il contenuto nel contenitore, la sospensione dell’incredulità postmoderna presa come pretesto, come inizio di un discorso autoriale (vedasi Cloverfield) che prende corpo in un’altra dimensione estetica. Cinema improbabile perché grandiosamente rifinito da una nuova estetica videoludica, principio mediale del nuovo decorso orwelliano. In Quella casa nel bosco ogni azione viene controllata e simulata, diventando il simulacro di un’azione invisibile.

Ci vuole coraggio per riprendere il genere come costruzione narrativa di un gioco surreale che si dipana elastico e fintamente provocatorio. Drew Goddard prende in giro e poi fa finta di prendersi veramente sul serio: l’allegoria è un gioco, il piano tra la realtà subdola dell’inganno e quello del reale strappato alla coscienza viene distorto, quello che emerge è il senso ultimo di una cinematica che si sente in dovere di rappresentare ancora il dominio della forma cinema come strumento per il racconto dell’avvincente perpetuarsi del male e, di conseguenza, il tentativo di dominarlo da parte delle forze giovani che dell’universo videoludico conoscono i parametri di sopravvivenza anche se le regole gli sono precluse.

Goddard è una delle nuove leve del cinema e della serialità televisiva USA, dopo LostAliasBuffyAngel e lo script di Cloverfield, si prospetta per lui una carriera all’insegna della decostruzione cinematica del genere (sci-fi, horror, catastrofico); non è un caso se sia stato scelto da Spielberg per adattare il romanzo sci-fi Daniel H. Wilson, per il nuovo progetto di SpeilbergRobocalypse, previsto per il 2014 e per scrivere il seguito dell’eccellente Star Trek di J.J. Abrams.
Saprà Spielberg valorizzare del lavoro di Goddard?

Per il sottoscritto l’horror americano negli ultimi dieci anni è stato devastato dall’estetica inutile, fuorviante del torture porn, ovvero, l’ansia di mostrare lo slasher, le scene più cruente ad un pubblico assetato di sangue, di morte, come se per lui la fine del mondo fosse un concetto incombente. Tutto questo rispondeva ad una esigenza puramente spettacolare e sensazionalistica che toglieva ogni significato al tutto, per cui nell’horror americano si sentiva assenza di tutto: storia, personaggi credibili, situazioni credibilmente paradossali; quindi niente più estetica carpenteriana, niente più strutture solide, hawksiane, classiche, niente più rispetto dei tempi, dei modi, delle codifiche aurorali, concretamente teoriche cui l’horror aveva abituato. Niente più storie, perché con l’avvento del torture porn il genere inizia a prendersi sul serio, perdendo tutta la sua carica di fiaba leggera, di fabula intesa come contesto di un reale che va trasfigurato.

Da questo contesto vuoto nasce la sorpresa davanti all’operazione “Quella casa nel bosco“: era da molto tempo che un horror americano non destava tanto stupore, tanta meraviglia, per personaggi semplicemente delineati, un incrocio tra passato e futuro, tra slasher mai volgare ed estetica del rimando verso voragini di senso che sembravano perdute.
Drew Goddard si sta facendo un nome, dopo i progetti televisivi alla corte di J.J. Abrams e il brillante script di Cloverfield (2008, sempre con la supervisione del demiurgo Abrams) la sua prima regia, da un copione scritto insieme all’altro mago delle serie tv Joss Whedon, è una bomba, nel senso che riesce a catturare la metafora sociale, a dischiudere un alveo di risentimenti della provincia americana.

In questo Quella casa nel bosco è un’operazione sorprendente perché leviga un discorso morale sul senso del fare horror oggi, attuando la spirale dello sguardo su un piano che va dal vouyeurismo alla scoperta delle realtà parallele, dala teoria del complotto alla eros come sonda per intercettare il gusto ermetico di un disvelamento teorico mai abbastanza rivendicato dal genere.
Drew Goddard, classe ’75, è uno scriptwriter e un regista colto, aggiornato e sicuro, mente la regia di Matt Reeves in Cloverfield si appoggiava molto sulle idee geniali di Goddard e alla fine sapeva molto di compitino, magari un po’scolastico ma sicuramente funzionale al progetto abramsiano, in Quella casa nel bosco si sente una maggiore sicurezza, una libertà compositiva e un senso dell’intrattenimento mai scontato.

A proposito dell'autore

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Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).