eXistenZ

Allegra Geller è una game-designer, la sua ultima creazione è eXistenZ, il nuovo gioco prodotto da Antenna Research. eXistenZ è un sistema di gioco totalmente nuovo che procurerà ad Allegra diversi guai.
    Diretto da: David Cronenberg
    Genere: fantascienza
    Durata: 97'
    Con: Jude Law, Jennifer Jason-Leigh
    Paese: CAN, UK
    Anno: 1999
7.3

X maiuscola, Z maiuscola. eXistenZ è il capolavoro relativista di Cronenenberg. Il suo film più einsteiniano (nel senso di Albert Einstein), quello che è maggiormente teso a rivoltare le coordinate di senso e a reimpostarle secondo la logica del dubbio. Motivare il dubbio con la menzogna dell’artificio e ripensare il cinema secondo una chiave d’accesso alla morte istantanea.
Cinema allucinatorio, quindi dickiano-ballardiano. Lo scopo della scrittura lisergica di Cronenberg è quello paradossale di mantenere una elementarietà della messa in scena. Personaggi che vivono all’oscuro in un presente in continua trasformazione identitaria: letteralmente non sanno più dove si trovano e qual’è il loro ruolo.

Solo giocando si può intuire “il senso del fare”. Nel gioco le regole cambiano e si instaura una continua conflittualità tra lo spazio e i personaggi. Il tempo non esiste. Cronenberg è arrivato a creare dal nulla un’Interzona filmica. Il fascino di eXistenZ sta proprio nella definizione dell’Interzona, ovvero il mondo tra i due mondi. Ed eXistenZ mette in scena proprio l’interfaccia tra i due mondi. La colonna sonora di Howard Shore ripropone la stessa meravigliosa sensazione di vertigine che si provava “ascoltando” la sinfonia visiva di una altro capolavoro di Cronenberg, uscito tre anni prima di eXistenZ, Crash.

 

La colonna sonora di Shore, sia in Crash, sia in eXistenZ crea un tessuto uniforme, come un lamento di disperata ricognizione che rimembra un passato o un crepuscolo avoriano. Ecco, la musica da cinema di Howard Shore assomiglia ad un lamento avoriano, qualunque cosa esso sia. Struggente magma di impressioni futuriste, un collante perfetto per il cinema illuminante di Croneneberg. Un rapporto simile tra cineasta e musicista fa ricordare quello tra Bernard Herrmann e Hitchcock.
Se non si comprende l’importanza, oserei dire strategica, di un film come eXistenZ, opera teatralizzante l’eccesso come sintomo di una disparità autonoma di profili senza identità paratattica, non si può comprendere l’importanza di un film che rappresenta il piano fisico come un’Interzona atemporale. eXistenZ è il “Pasto Nudo” di Cronenberg, il suo film più prossimo all’ intertestualità e alla chiaroveggenza interna.

Cronenberg supera la barriera tra reale e immaginario, concependo una realtà altra e inscindibile con la vera realtà, che ormai non esiste più, perchè è stata annullata nella messa in scena. eXistenZ apre e chiude le porte tra i mondi grazie all’associazione di immagini paratattiche. Il suo non è uno spazio scenico in cui dominano antico e moderno come nei film di Gilliam, qua non siamo in Brazil. Quello che interessa a Cronenberg è la cosiddetta “perdita della percezione”. Annullare le identità attraverso le connessioni tra i corpi, per raggiungere una nuova fisionomia dimensionale.
I corpi elettrici di Cronenberg comunicano un cambiamento di prospettiva di visione che è lancinante e perenne: non sanno più chi sono e cosa vedono. Deambulano senza una meta. Questo significa perdersi dentro un film. eXistenZ è la prova tangibile di una scoperta e di un’ellissi di senso. La mancanza di un interlocutore oltre lo schermo. Cronenberg interroga il cinema sullo stato di un’arte che dovrebbe partorire dubbi e lanciare interrogativi sul senso del fare cinema.

A proposito dell'autore

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Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).