Il motivo per cui una pellicola come Crash (1996) riesce ancora a scuotere e a muovere dubbi sul ruolo e sul destino dela settima arte sono trattati con spietata lucidità forse in un altro film di Cronenberg: eXistenZ che è per certi versi il fratello gemello di Videodrome, o forse si potrebbe dire il fratello maggiore e più maturo di quel film sperimentale e disturbante che Cronenberg girò nel lontano 1982. A questo proposito c’è una consuetudine che lega i tre fim e che non può essere presa sotto gamba: è fondamentale che gli spettatori che non amano Cronenberg abbiano letto o almeno conoscano le opere di quattro autori. Marshall McLuhan, William Burroughs, J.G. Ballard, e soprattutto Philip K. Dick.

Un pubblico che vede un film di Cronenberg e non conosce minimante questi quattro autori, probabilmente riesce ad apprezzare solo il 30% del film. eXistenZ è imperniato fino al midollo di divagazioni dickiane, problemi ballardiani, sulfurea ironia burroughsiana. Videodrome è la sintesi più straniante dell’universo mcluhaniano. Crash è la deduzione burroughsiana di un romanzo ballardiano. Chissà che film avrebbe girato Cronenberg se avesse deciso di trasporre il romanzo-saggio “La mostra delle atrocità”. Forse avrebbe interpretato il sistema di segni stroboscopici di Ballard attraverso il linguaggio del documentario.

Il fulcro di due opere viscerali e remote come Crash ed eXistenZ sta nella continua ricerca di un punto di fuga, in cui la mdp nutre e combatte una discorso simbolico e allusivo che gratta la superficie delle cose, per soffermarsi su quella che è la parte più nascosta di un discorso ben più vasto. Cronenberg cristallizza il suo pensiero in movimenti di macchina elementari e fulminei che rivelano in Crash ed eXistenZ una risposta tra le tante domande disseminate lungo il percorso che porta alla perdizione del suo cinema: l’individuo è disconnesso dalla realtà e per il principio di Heisenberg non può che soccombere ad una oggettiva peridta di cognizione, sensoriale e visiva.

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Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).