Il nome del figlio

Un gruppo di amici si ritrova per una cena. Paola e Simona sono una giovane coppia che ha appena avuto un bambino. Quando i due rivelano il nome che hanno deciso di dare il figlio, si accende una dura polemica.
    Diretto da: Francesca Archibugi
    Genere: commedia
    Durata: 94
    Con: Alessandro Gassman, Michaela Ramazzotti
    Paese: ITA
    Anno: 2015
6.4

Tratto dalla pièce teatrale “Le prénom” di Alexandre De la Patellière e Matthieu Delaporte, il film di Francesca Archibugi è il secondo riadattamento all’opera; poiché nel 2012 uscì Cena tra amici, diretto dai sopra citati autori dell’opera francese.

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L’agente immobiliare Paolo Pontecorvo (Alessandro Gassman) e sua moglie Simona (Michaela Ramazzotti), aspirante scrittrice, aspettano un figlio. Deciso il nome, attendono con bramosia di comunicarlo ad amici e parenti. Durante una cena tra intimi, Paolo svela all’intellettuale cognato di sinistra (Luigi Lo Cascio) di voler chiamare suo figlio Benito, proprio come Mussolini. Nasce una veemente diatriba tra i due e dall’accesa discussione vis-a-vis si passa, vorticosamente, ad una lite familiare dove tutti – ma proprio tutti – sono coinvolti.

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Un deja-vù ci riporta tra le sequenze di Parenti serpenti diretto da Mario Monicelli, per poi tornare ad evocare Cena tra amici. Il film francese è stato un grande successo ed è un delizioso prodotto cinematografico di circa cento minuti. Nell’opera italiana vi è un valido cast, discrete riprese e un buon montaggio; ma perde se paragonato al lavoro di De la Patellière e Delaporte. Perde perché raramente il remake è capace di trasmettere più emozioni di ciò che l’ha preceduto; perde perché, probabilmente, il primo era un piccolo gioiello.

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Mentre la scelta di mostrare il parto potrebbe essere discutibile, un momento molto intenso, (ed è doveroso rimarcarlo), si è verificato durante l’omaggio a Lucio Dalla: i protagonisti hanno cantato, tutti insieme, Telefonami tra vent’anni. Interessante anche la scelta registica del montaggio alternato. Per una frazione di secondi, il film ha regalato commozione e dolcezza. Riconcilia Dalla, tra ricordi e nostalgia, e trascina lo spettatore verso l’aspettato “happy end”. Del resto, è anche questo il compito di un grande artista.