Chi ha incastrato Roger Rabbit?

Nel mondo di cartoonia, l'investigatore Eddie Valiant deve investigare sulla presunta infedeltà di Jessica Rabbit, moglie procace della Star di cartoonia, Roger Rabbit.
    Diretto da: Robert Zemeckis
    Genere: fantasy/commedia
    Durata: 105'
    Con: Bob Hoskins, Christopher Lloyd
    Paese: USA
    Anno: 1988
8.5

Si attende l’uscita in Blu Ray di quello che probabilmente si può definire il miglior film di Robert Zemeckis, Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988), un film irripetibile, in cui Hollywood, negli ultimi 20 anni, non è mai riuscita a superare se stessa. Nessun film degli ultimi 20 anni può competere con la perfezione del film di Zemeckis, un mix di generi che non fa mai impazzire i singoli ingredienti, un pezzo di architettura hollywoodiana classicista proiettata, o meglio, sparata nel futuro.


Il cinema di Zemeckis aveva già dato esempio di lungimiranza, eleganza. genialità, leggerezza nel precedente Ritorno al futuro (1985), film che viaggiava al ritmo spigliato di una freschezza non più ripetibile, con una storia tanto semplice quanto geniale. Zemeckis incantava il pubblico giovanile sperimentando, faceva cinema di altissimo livello senza darlo a vedere. Non è poca cosa. Mentre il Terminator di James Cameron proponeva una visione sporca, violenta, apocalittica, sorprendentemente horror, non adatta di sicuro al pubblico più giovane, Zemeckis stupiva per l’altezza di una visione capriana (molto tempo prima del suo film più capriano, Forrest Gump) che stimolava più il cuore e i sentimenti, l’action divertito e schietto, la metafora sottilmente politica nel gioco della guerra tra giovani. Qua siamo sicuramente dalle parti di un cinema politico e d’intelligenza massima, in cui l’apparato del fantasy si riprendeva lo spazio che gli era stato tolto dal decennio arrabbiato degli anni ’70.

Così dopo il film sui viaggi nel tempo, Zemeckis appronta una visione letteralmente magica e a perdifiato, inaugurando lo sfaldamento dell’immagine dentro il cono di luce della Storia. Facendosi Storia. Come un cristallo o una doppia nemesi scontratasi contro il suo stesso creatore. Chi ha incastrato Roger Rabbit simula l’aderenza dello schermo alla vita, esce dallo schermo, diventa qualcosa di palpabile, oltrepassa l’immagine fiction e si propone come immaginario a se stante, non avendo più bisogno dell’occhio spettatoriale per vivere di vita propria. Questo succede ai grandi film, che si impongono oltre lo schermo, viaggiano nella parafrasi della visione, come un universo parallelo che parla un lingua che è come se fosse sempre esistita.

Non è invecchiato il Roger Rabbit di Zemeckis e, adesso che se ne attende un’uscita in Blu Ray si avrà l’occasione di goderne di nuovo il fascino come mai è stato prima, per un film che farà tornare alla mente quel tempo in cui a Hollywood era ancora possibile creare un cinema che stupisse con la forza delle idee e di uno script di ferro e non con la zavorra di un inutile 3D. Zemeckis sapeva cosa faceva e il suo mix di noir-commedia-action-animazione-erotismo-melo-effetti speciali, irradia una forza ancora dirompente, raggiungendo una soglia di perfezione oltre la quale Hollywood stessa non riesce più a superare se stessa.

A proposito dell'autore

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Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).