E’ indiscutibile che, vedendoli a distanza di anni, tra Strade Perdute e INLAND EMPIRE ci sia un abisso. INLAND EMPIRE è innanzitutto un film incomprensibile, nel senso che lo spettatore non deve recriminare se non capisce la trama, perché Lynch dice “o mi segui, oppure fatti tuoi, il  mio film è così”.

La struttura polimorfa di INLAND EMPIRE la si deve accettare nel suo fluire disconnesso, anchilosato. INLAND EMPIRE va avanti e indietro a perdi fiato, perché ormai, dopo Strade Perdute e Mulholland Dr. Lynch non si fa più alcuno scrupolo nel determinare l’interfaccia tra sogno e realtà ed elimina completamente il limite. INLAND EMPIRE è un cinema oltre ogni limite, si dissocia dal corpo-mente dell’immagine-cinema dotata di senso consequenziale, facendosi pura arte immaginifica. Questo lo si può accettare o meno, è facoltativo.

Ma la differenza con un film come Strade Perdute è notevole. La prima differenza che salta all’occhio è di natura produttiva, INLAND EMPIRE nasce “senza” una storia, Lynch si ritrova a sperimentare l’alta definizione, usa per la prima volta il montaggio digitale (così facendo non deve più aspettare i giornalieri, perché può riversare immediatamente il girato nel computer, rivederlo e montarlo lui stesso: non è una cosa secondaria nell’economia del film), scrive giorno per giorno una trama esile esile, proprio perché non gli interessano più i rapporti tra i personaggi, ma solo il fluire della macchina-cinema all’interno della scena.

In Lost highway la definizione dell’immagine è porosa, sgranata; il film è un incubo sontuoso, indefinibile. Lost highway è, a prima vista, un film molto più digeribile di INLAND EMPIRE, anche per una caratteristica di onirismo conturbante in cui i codici del noir vengono presi per essere stravolti. Lost highway appare un film con un ritmo molto alto, e il godimento dello spettatore ne beneficia. C’è un uso della colonna sonora che per certi versi potrebbe pure essere definita “furbetta”. Cosa che in INLAND EMPIRE non si nota. La scrittura automatica non fa capolino in Strade Perdute, in INLAND EMPIRE invece riveste l’intera struttura del film. Come se INLAND EMPIRE si potesse ancora definire un “film”. Invece no. E’ arte pura, quasi un’istallazione video. Meglio non soffermarsi sulla stupidità di alcuni dialoghi, il Lynch di INLAND EMPIRE se ne disinteressa completamente.

Strade Perdute è un film più divertente di INLAND EMPIRE, e ciò nonostante è anche il film più violento di Lynch, l’ultimo a prendersi il v.m. 18 dell’edizione italiana. Non è una cosa da poco. Strade Perdute fu quasi un film “maledetto”, acquistato dalla Cecchi Gori nel 1996, messo nel cassetto per due anni e distribuito in pochissime sale nel 1998. Dopo vennero i successi di Una Storia Vera e Mulholland Dr., ed infine la premiere a Venezia, con il risarcimento (dovuto) con il Leone d’Oro e la presentazione fuori concorso del poema visivo INLAND EMPIRE: quasi un teatro estetico-estatico. Ma la performance delirante, barocca, ingannatrice, metafisica di Strade Perdute era un’altra cosa. Anche nel cast è tutta un’altra musica. Da una parte abbiamo Bill PullmanPatricia ArquetteRobert Blake (Mystery Man)-Robert LoggiaBalthazar Getty; dall’altra abbiamo Laura DernJustin TherouxJeremy IronsHarry Dean Stanton. Molto meglio il primo gruppo.

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Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).