Pompei

Pompei, 79 d.C. Il gladiatore Milo deve salvare l'amata Cassia, figlia di un mercante, che ha promesso la sua mano ad un senatore corrotto. Quando il Vesuvio erutterà Milo e Cassia avranno poco tempo per mettersi in salvo prima che la città venga sommersa dalla lava.
    Diretto da: Paul W. S. Anderson
    Genere: azione
    Durata: 105'
    Con: Kit Harington, Emily Browning
    Paese: USA, GER
    Anno: 2014
4.5

 

Pompei, l’ultimo action di Paul W. S. Anderson, racconta tre storie in 98 minuti: il Vesuvio che nel 79 d.C eruttò, la vita di un gladiatore e l’amore di due giovani appartenenti a due classi sociali differenti. Solo nel primo week end in Italia ha incassato € 1.280.000.

Milo (Kit Harington) è un giovane schiavo costretto a combattere per le sue indubbie potenzialità fisiche. La sua famiglia fu sterminata avanti ai suoi occhi, quando era un bambino, durante una rappresaglia ordinata da Quinto Attilio Corvo (Kiefer Sutherland), senatore romano.
Milo fu trasferito da Roma a Pompei e durante il viaggio incontrò Cassia (Emily Browning), figlia di Marco Cassio Severo (Jared Harris), nobile della città. Quasi un colpo di fulmine sembra colpire i due ragazzi, uniti nell’amore quanto nella sventura di un destino inderogabile e ineluttabile.
Il 24 agosto del 79 d.C Pompei, in ventiquattro ore subì un terremoto, un’eruzione vulcanica, (la cui nube di cenere è stata circa di 30 chilometri), e, infine, da uno tsunami: la città fu distrutta, arsa e devastata, in un frangente temporale quasi impercettibile e non vi fu salvezza per nessuno.
È la seconda volta che questa catastrofe naturale è stata riprodotta cinematograficamente; la prima volta fu con La trovatella di Pompei, un film in bianco e nero del 1957, diretto da Giacomo Gentilomo.
Il fatto che il prodotto filmico si ispiri ad un accadimento storico, non lascia affatto indifferenti e, visto su grande schermo, procura, ancora oggi, i brividi.
Attraverso la fiction diretta da Anderson si guarda seduti lo spettacolo in una sala cinematografica, ma tendendo bene in mente la memoria viva del massacro, ci si rende conto a del tono a dir poco drammatico degli eventi, che si susseguono con una potenza scenografica disarmante e, per certi versi, inimmaginabile oggi.
La documentazione storica del peplum di Anderson risulta assolutamente esaustiva. Quel che manca è il sangue nei combattimenti, la veridicità degli attori, soprattutto all’inizio, in alcune sequenze.
Per il resto, non ci si riesce a immedesimare completamente nella storia, si può accettare il coinvolgimento  spettacolare, a tratti videoludico per l’azione, per la love story tra Milo e Cassia, ma lo scetticismo è sempre dietro l’angolo.
Il 3D in certi casi aiuta: la rappresentazione scenica è indiscutibilmente bellissima, anche se a volte sembra di esser stati immessi in un videogioco. E quel che forse più perplime è il finale: ad una prima visione si rimane a bocca aperta per la perfezione del gesto tecnico e per l’offerta indubbiamente imponente dello sforzo produttivo, ma la credibilità risulta dubbia.

A proposito dell'autore

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Nata a Napoli, laureata in Conservazione del beni demo-etno-antropologici, con sotto indirizzo in Musica e Spettacolo. Dall'antropologia al cinema, passando per fotografia e documentarismo, queste le sue passioni e i suoi vizi!