Frozen Il regno di ghiaccio

Nel mondo di Arandelle Anna si mette alla ricerca della sorella Elsa, che grazie ai suoi poteri magici, ha tramutato il regno in una gigantesca distesa di ghiaccio. Anna, accompagnata dall'amico Kristoff e dalla renna Sven, dovrà risolvere l'incantesimo.
    Diretto da: Chris Buck, Jennifer Lee
    Genere: animazione
    Durata: 102'
    Paese: USA
    Anno: 2013
8.1

Dopo aver ceduto lo scettro di re del cinema d’animazione alla Pixar e in anni recenti aver realizzato pellicole non all’altezza della sua Storia, per il loro 53° Classico Frozen – Il regno di ghiaccio, i Walt Disney Animation Studios hanno scelto un ritorno ai fasti del passato, precisamente a quel modo di fare cinema che li aveva consacrati in precedenza: il film musical, dove i personaggi esprimevano la propria interiorità tramite i testi delle canzoni.

Da questo punto di vista la nuova pellicola Disney è un’opera neoclassica, che ricorda nelle modalità di racconto film come La Bella e la bestia e Il Re Leone ma abbraccia le nuove tecniche di realizzazione in computer grafica. Liberamente ispirato alla fiaba La regina delle nevi scritta da Hans Christian Andersen, in Frozen si narra della principessa Elsa di Arandelle, ragazza dolce e affettuosa che possiede il potere di manipolare il ghiaccio e di sua sorella minore Anna. Un tempo inseparabili, il pericolo che il potere di Elsa può provocare la costringe a prendere le distanze dal mondo e soprattutto dall’amata sorella.
Con Frozen la Disney ritorna ai castelli incantati e alle atmosfere magiche delle fiabe classiche, imbastendo una storia d’avventura e sentimento che sicuramente punta alla presa sui più piccoli ma che grazie anche a inserti drammatici e a snodi narratvi complessi, riesce anche a sorprendere un pubblico più adulto.
Frozen è un prodotto da colpo sicuro al box office, grazie ad un livello tecnico della CGI tale da rendere le animazioni dei personaggi e degli ambienti di grande qualità visiva: da questo punto di vista il meglio è dato dalla realizzazione dei paesaggi coperti di neve che avvolgono il film.
Il design dei protagonisti pur essendo tecnicamente moderno, nella morfologia del volto e del corpo riportano alla memoria i disegni dei Classici. Per la prima volta in una pellicola Disney le eroine sono ben due, le sorelle Anna ed Elsa.
Il cuore del film sta nella loro contrapposizione d’aspetto e caratteriale. Nel passato vengono presenate come sorelle felici e unite, pur essendo radicalmente diverse, difatti, narrativamente è il terribile potere di Elsa a permettere al film di creare due psicologie e concepire una forte dicotomia tra due stili di vita agli antipodi.
Elsa è così costretta dalla sua abilità a firiutare ogni tipo d’affetto e a vivere nella solitudine e nella paura, al contrario Anna è un personaggio talmente solare e amante della vita, da non comprende il comportamento della sorella e fare di tutto per riconciliarsi con lei.
A girare intorno ad Elsa ed Anna, i registi Chris Buck e Jennifer Lee costruiscono riusciti personaggi di contorno. Dal giovane e coraggioso Kristoff che aiuterà Anna nell’impresa di riportare Elsa a casa, fino al simpatico Olaf, insolito pupazzo di neve che ama il periodo estivo.
Pur non raggiungendo (ma sarebbe impossibile) le vette dei capolavori anni 90, Frozen è un film pieno d’emozioni e tensione, una divertente e appassionante avventura condita da un gran ritmo e da personaggi che nella loro semplicità risutano ottimamente scritti.
Plauso e valore aggiunto al film sono le parti cantate, dove le musiche realizzate dal compositore Tony Robert Lopez funzionano sia come spettacolari intermezzi degni del miglior musical stile Disney, che nel delineare le psicologie dei personaggi. In questo senso, nella versione italiana si può apprezzare la grande prova di Serena Autieri, qui in veste di doppiatrice della principessa Elsa.
In conclusione Frozen è un ottimo ritorno alla macchina dei sogni Disney, capace di cucire storie e sentimenti in maniera sopraffina, e di regalare pur in un finale previsto, una ventata di novità e smentire due topoi fondamentali della fiaba canonica: il principe azzurro e il celeberrimo bacio del vero amore, dove a volte, un abbraccio tra sorelle è molto più importante.

A proposito dell'autore

Avatar photo

20 anni, diplomato al liceo linguistico. La passione per il cinema lo ha travolto dopo la visione di Pulp Fiction. Ha frequentato un workshop di critica cinematografica allo IULM. I sui registi di riferimento sono Tarantino, Fincher, Anderson, Herzog e Malick. Ama anche anche il cinema indie di Alexander Payne e Harmony Korine. Oltre che su CineRunner, scrive anche su I-FilmsOnline.