Johnny Depp è l’attore dai mille volti, iniziò come divo-cult, negli anni ’80 sconosciuto ai più (aveva esordito da ragazzino nel primo Nightmare- Nel profondo della notte), nonostante la grande performance nell’ormai classico di Tim Burton Edward mani di forbice. Negli anni ’90 porta avanti una carriera da outsider con pellicole come Ed Wood, Arizona dream con Emir Kusturica, Paura e delirio a Las Vegas con Terry Gilliam, Il Mistero di Sleepy Hollow, intraprendere per una sola volta la via della regia con Il Coraggioso, Dead Man con Jim Jarmusch.
Tutte opere d’autore poco conosciute dal grande pubblico (e come potrebbe essere diversamente con opere autoriali come Ed Wood e Dead Man, è chiaramente una altro tipo di cinema, completamente differente dai prodotti mainstream dei decenni successivi), ma che vengono idolatrate dai critici, anche dai più esigenti e radicali, come ad esempio Enrico Ghezzi, che definì il divo un attore che era già cinema non appena entrava in scena, grazie ad un volto che si esprimeva come essenza assoluta del divismo cinematografico, avendo preso parte “nel miglior film di Burton (Ed Wood), nel miglior film di Kusturica (Arizona Dream), nel miglior film di Jarmusch (Dead Man)”.
In seguito Jonny Depp si esprime al meglio in un film estremamente bistrattato, di sicuro l’opera meno capita di tutto il decennio degli anni ’90: La Nona Porta di Roman Polanski, dove Depp interpreta Dean Corso, detective dell’occulto, che se la deve vedere con l’opera satanica Le Nove Porte del Regno delle Ombre e con Boris Balkan, che brama il potere assoluto che sembra scaturire da quell pagine.
Tutto l’estro e la classe del Depp attore, divo, star da copertina si esprime in questo film in qualche maniera confuso ma sempre acutamente polanskiano, compiutamente rivolto ad un pubblico che desidera essere sedotto da una operazione di chirurgia cinematica che solo il Re della regia Polanski può regalare.
Depp osserverà in seguito un successo mai visto, diventerà una Star come mai prima, grazie alla saga dei Pirati dei Caraibi e al personaggio di Jack Sparrow, talmente popolare che, così come avvenne per Ian Mckellen, prima de Il Signore degli Anelli, l’attore inglese era un perfetto sconosciuto, dopo la performance di Gandalf, veniva riconosciuto per le strade dai ragazzini: la stessa cosa capiterà a Depp con il personaggio del pirata Sparrow.
La fama di Depp aumenta grazie ai film di Tim Burton, alter ego del regista: La fabbrica di cioccolato, La Sposa cadavere, il non capito Sweeney Tood Il diabolico barbiere di Fleet Street, la migliore performance di Depp dopo La Nona Porta, Nemico Pubblico di Michael Mann dove, a dispetto della straordinaria regia di Mann, Deppe offre, sorprendentemente, una performance monocorde e addirittura inespressiva, ma tutto il film di Mann è molto imbellettato e freddo, perfetto, ma senza guizzi emotivi.
Infine, oltre ai successivi, gratuiti, manierati, capitoli della saga dei Pirati, Depp diventerà maniera di se stesso in Alice in Wonderand e Dark Shadows opere di maniera anche per il suo regista, Burton.
Johnny Depp è un attore strano, che forse non ha neanche bisogno di recitare, forse non recita nemmeno, perché il suo volto, come già disse Ghezzi in una notte a Fuori Orario, è già cinema.
Depp è un pò come Mastroianni, un altro attore bellissimo cui riusciva tutto facile, per cui la recitazione era un atto naturale. Deppe e Mastroianni appartengono a quella schiera molto rara di attori dove basta entrare in scena per essere già della scena.
Depp ha dato il meglio di sè in: Edward mani di forbice, Paura e delirio a Las Vegas, La Nona Porta, Sweeney Todd.
Il suo è un fascino classico ed eternamente giovane, questo lo ha reso celebre tra i registi più esigenti di Hollywood.

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Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).