The Dreamers I sognatori

Matthew, un giovane americano in trasferta a Parigi, conosce Theo e Isabelle, fratello e sorella cinefili fanatici e puristi. Inizierà un rapporto di amicizia e amore profondo.
    Diretto da: Bernardo Bertolucci
    Genere: drammatico
    Durata: 115'
    Con: Michael Pitt, Louis Garrell
    Paese: FRA
    Anno: 2003
6.7

A distanza di dieci anni, rivisto nell’edizione Blu Ray, con un immagine completamente ripulita, colori vivi, i contrasti della fotografia che tornano ad illuminare i volti degli attori nel loro reale apparire davanti allo schermo, The Dreamers I sognatori (2003) di Bernardo Bertolucci torna ad apparire nel suo reale splendore. Un’altra considerazione è fondamentale, decisiva: il film va visto obbligatoriamente in originale, perché il doppiaggio aveva provocato uno scempio tale da trasformare completamente l’opera nella parodia di un film di Bertolucci.

In The Dreamers ritorna il discorso sul cinema come protesta contro il mondo, contro ogni l’ideologia autoritaria dei padri, come militanza oltranzista e discorso sui raccordi tra il pensiero e il cinema, impostando uno sguardo come cine-pensiero rivoluzionario che prende dalle immagini il discorso del cambiamento politico e lo istalla nel tessuto teorico della presa di coscienza di una intera classe sociale in rivolta.
Tutto in The Dreamers ritorna ad avere un senso, l’imperfezione di ogni scena diventa segno di un linguaggio che determina la disputa tra arte e visione, come l’impronta che ogni perdita assume, secondo una memoria che può ricordare il senso del tragico nella rivisitazione di un’immagine.

Il cinema di Bertolucci in The Dreamers si riprende il trono di una coscienza vilipesa, attua un discorso sul ricordo e sul segno di una disputa mai persa perché sempre viva. Il senso ultimo di questo disegno di lotta teorica tra l fuori e il dentro la casa, si svolge nella scoperta che ogni personaggio determina della propria esistenza. In questo il cinema di Bertolucci è assolutamente cartesiano e figlio di una mentalità votata all’efficacia narrativa del cinema inteso come convergenza di più istintività immerse in un reticolato spurio di coscienze disvelate.

The Dreamers diventa cinema politico nel senso plurimo del termine, si assume tutte le responsabilità di un operato teorico che va oltre la rivolta e si preoccupa di un gioco dialettico che porta all’evolversi di un pensiero del tutto ambiguo e mai univoco, sempre nella considerazione elettiva di una illuminazione che tenga alto il livello della disputa. Bertolucci crede nell’immagine, la scalda, la fa ripiombare in uno stato di eccitazione perenne, la comprime, rivolgendosi a lei come ad una sorella. Bertolucci incanta con il suo grido al popolo dormiente, per risvegliare la coscienza sempre più sopita delle masse.

A proposito dell'autore

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Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).