Il dottor. Valerio Carando nel suo saggio apparso sul numero 229 di Segnocinema, riferito al film Liberté (2019) del regista catalano Albert Serra, per argomentare la tesi sul fatto che nel tempo odierno il cinema sovversivo sia sostanzialmente scomparso, compone una lunga lista di cineasti altamente provocatori, riferiti principalmente al periodo degli anni ’70, che vanno da Pier Paolo Pasolini a Nagisa Oshima, passando per Walerian Borowczyk a Andrzej Zulawski, Paul Morissey, Julio Bressane, Shohei Imamura e molti altri.

Quindi argomenta la tesi sul fatto che i registi di oggi, ad eccezione del film francese Liberté, (nel quale sono presenti molti nudi e oscenità), non siano in grado di fare cinema sovversivo, riferendosi al contesto odierno con i termini di “presepe editoriale” e di “emancipazione dalla tirannia del crocifisso”. Dando un giudizio negativo al tempo odierno usando l’espressione “bigottismo laicista”.

Carando non tiene conto che la lunga lista dei registi che fecero cinema sovversivo (tra i quali si ricorda l’intollerabile Salò/Sade di Pasolini; Possession, La Bestia, Il margine, I raconti del convento di Bowowczyk; Teorema sempre di Pasolini, Mademoiselle di Tony Richardson, regista che non è compreso nella lista del dottor Carando) è nato e si è sviluppato proprio in un contesto nel quale la cosiddetta “tirannia del crocifisso” e i “presepi editoriali” e il “bigottismo cristiano” esistevano, dando linfa vitale a questo cinema.

Quindi si tratta di una fase storica che si è conclusa con l’affermarsi di un orizzontalismo di pensiero capace di distruggere ogni particolarismo regionale, dato da un globalismo che accentua l’incapacità delle nuove generazioni di pensare avendo in mente un modello culturale forte come quello del cristianesimo, tale da imporre, regole, limiti, confini finanche rigidi ma certamente carichi di forza culturale e simbolica. Ecco perché oggi un regista profondamente religioso come Pasolini non avrebbe modo di esistere.

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Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).