No Time To Die

A turbare la tranquillità di James Bond, ex agente segreto ritiratosi da poco, si palesa l’agente della CIA Felix Leiter, che gli affida una nuova missione. Bond dovrà recuperare uno scienziato in una base situata su isola. Difatti lo scienziato ha creato un virus che interessa molto ad un pericoloso criminale.
    Diretto da: Cary Fukunaga
    Genere: azione
    Durata: 143
    Con: Daniel Craig, Lea Seydoux
    Paese: USA, Uk
    Anno: 2021
6.9

Ogni nuova produzione bondiana è un banco di prova che serve a testare le capacità drammaturgiche dei nuovi talenti in circolazione. Nel caso di No Time To Die il regista Cary Fukunaga autore di True Detective, qui anche co-sceneggiatore, collabora con la creatrice di Fleabag, Phoebe Waller-Bridge e i danni si sentono. L’action viene impaginato a fatica e i dialoghi stentano, la lentezza è a volte esasperante. Forse non è un male, a seconda se si preferisce la maggior introspezione psicologica dei personaggi. La durata complessiva del film non è diversa da Skyfall e Spectre, anche se quest precedenti capitoli avevano tutt’altra gestione. Messi in mano a Sam Mendes, regista che non aveva firmato lo script, le scene erano decorate in modo maggiormente efficace.

Con No Time To Die a volte sembra di stare davanti ad un dramma di Antonioni sull’incomunicabilità. E’ una scelta a doppia faccia. Non è un film roboante e si ferma spesso nella contemplazione dei volti. Nel caso di Christoph Waltz la raffigurazione del detenuto è smagliante e sibillina. Così come il personaggio di Lea Seydoux che sembra simulare un oscuro doppio gioco. Ana De Armas compare poco nella scena dell festa notturna e s’impone con le sue forme slanciate e sinuose. Rami Malek fatica a entrare nel gioco e resta impalpabile. Si deve rimpiangere Dennis Hopper?

No Time To Die è un action stanco ma ben rifinito, anche troppo. Sarà capace di dire qualcosa negli anni a venire. Che la lentezza di Fukunaga sia un pregio? Il modello televisivo di True Detective fa capolino nella costruzione di molte scene in interni, ma al cinema si hanno a disposizione solo due ore e mezza, non dieci ore. Il cinema bondiano serve espressamente per valorizzare le location trovate per l’occasione. In questo caso la scelta di Matera è alquanto suggestiva.

A proposito dell'autore

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Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).