Fast & Furious 6

L'agente di polizia Luke Hobbs chiede aiuto alla banda di Dom per sgominare una banda che sta mettendo a segno delle rapine. La banda di Dom accetterà in cambio dell'amnistia.
    Diretto da: Justin Lin
    Genere: azione
    Durata: 130'
    Con: Vin Diesel, Dwayne Johnson
    Paese: USA
    Anno: 2013
6.7

Va dato merito alla saga di Fast & Furious di essersi saputa rinnovare. Non più solamente corse sfrenate in auto super veloci con contorno di bellissime ragazze in bikini dove la storia era mero pretesto. Ma una narrazione che si è ampliata, avvicinandosi sempre di più all’action poliziesco in grande stile, con trame più elaborate, più location, più dilatazione temporale degli eventi e una durata dei film più consistente.

Arrivata ormai al tredicesimo anno di vita, e al suo sesto capitolo, la serie di Fast & Furious può vantarsi di aver creato una sua mitologia, e curiosamente guardandosi indietro, i film che paiono totalmente slegati da questa serie, sono i primi due, efficaci ma autoconclusivi.
A partire dal quarto capitolo (Fast & Furious – Solo parti originali) si è voluto spingere l’acceleratore oltre, e apportare tutte quelle modifiche citate prima, necessarie a sopravvivere nel mercato cinematografico, merito anche di Justin Lin, qui alla quarta regia della serie.
Fast & Furious 6, parte esattamente dove ci aveva lasciati Fast Five. Dom, Bryan e gli altri membri della banda dopo aver realizzato il supercolpo da 100 milioni di dollari, vivono una nuova vita sparsi per il mondo, impossibilitati a tornare a casa negli Stati Uniti, per evitare la cattura.
Quando L’agente Hobbs si presenta a casa di Dom chiedendogli aiuto per catturare una pericolosa organizzazione mercenaria che vede tra i suoi membri Letty, ex ragazza di Dom creduta morta nel quarto capitolo, per tutto il gruppo si presenta la possibilità di tornare a casa e scoprire la verità su Letty.
Altro centro per Justin Lin, orami veterano di Fast & Furious, sposta il teatro delle vicende d Rio a Londra e realizza una pellicola appassionante e divertente, che dà il suo meglio nelle numerose e sempre ottimamente realizzate sequenze d’azione. Se pensavate che con la scena della cassaforte nell’episodio precedente si fosse raggiunto il massimo, qui si rilancia: inseguimenti, botte, spari, incidenti abbondano e soddisfano sia per ritmo che per inventiva delle scene. Perché è gusto ricordarlo: il sapere fare seriamente un genere da sempre deriso come l’action è un merito enorme.
La cosa che stupisce maggiormente, è però che il film non usi lo spettacolo solo come fine puramente godurioso o per accontentare un target di pubblico ben preciso, difatti tutte le sequenze action hanno un perché nella narrazione, sono conseguenze degli sviluppi della storia. Trama e azione corrono (è il caso di dirlo visto il film) tutt’uno.
Ovviamente la volontà di non prendersi sul serio è sempre presente, l’ironia è molta, ma il voler divertire non è sempre sinonimo di banalizzare. Perché la sceneggiatura di basse pretese, certo, va comunque a bersaglio, realizza una storia credibile, crea delle motivazioni ai protagonisti per il loro agire e li mette contro un avversario, un molto bravo Luke Evans in completa antitesi con loro.
Se Vin Diesel e compagnia sono puro cuore, fanno perché devono, seguono un codice imprescindibile, anche se a volte le loro scelte possono rivelarsi errate, il villain Shaw è calcolatore, pragmatico, freddo nelle sue decisioni. E questo sesto capitolo procede spedito nonostante le due ore di durata, tra una battuta e tanta azione, concludendosi con un finale spettacolare e non troppo a lieto fine.
La saga di Fast & Furious si (ri)conferma ottima rappresentante del genere action-poliziesco, con un cast funzionale, che accontenterà i fan e potrebbe piacere anche ai neofiti. E se pensate che Fast & Furious – Tokyo Drift sia l’episodio anarchico totalmente fuori dal contesto, aspettatevi un sorprendente cameo finale, e un già annunciato settimo film, perché tutto torna, ancora più veloce ancora più furioso.

A proposito dell'autore

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20 anni, diplomato al liceo linguistico. La passione per il cinema lo ha travolto dopo la visione di Pulp Fiction. Ha frequentato un workshop di critica cinematografica allo IULM. I sui registi di riferimento sono Tarantino, Fincher, Anderson, Herzog e Malick. Ama anche anche il cinema indie di Alexander Payne e Harmony Korine. Oltre che su CineRunner, scrive anche su I-FilmsOnline.