The Lego Movie

Nell'immaginaria città fatta di Lego, Emmet Brickowsky è un cittadino modello, rispettoso di tutte le regole. Un giorno cade fatalmente in una voragine, trovando per caso un pezzo "speciale" conteso da una strana setta di ribelli.
    Diretto da: Phil Lord, Christopher Miller
    Genere: animazione
    Durata: 100'
    Paese: AUSTR, USA
    Anno: 2014
7.5

Emmett è un ordinario operaio che vive nella città di Bricksburg. La sua vita è costruita come fosse un manuale d’ istruzioni, scandita da azioni ripetitive e obbligatorie. Tutto per mantenere l’ordine e la serenità voluti dal malvagio presidente Lord Business. Emmett, un giorno si imbatte nella giovane Wildstyle, che lo porterà nel mondo “sommerso”, introducendolo ad una strana banda di ribelli.

The Lego Movie è il  primo film dedicato al celeberrimo brand di giochi dei Lego, fondato da Ole Kirk Chirstiansen, e si è rivelato un grande successo commerciale, con una buona accoglienza da parte della critica soprattutto in patria, diventando in poche settimane un fenomeno mediatico. Alla regia il duo Phil Lord e Chris Miller, già autori del divertente primo episodio di Piovono Polpette e della commedia 21 Jump Street.
Realizzato con la stop motion per dare le movenze ai celeberrimi mattoncini lego, e solo con l’ausilio della CGI per l’animazione dei volti, The Lego movie è una divertente commedia action piena di trovate originali e divertenti, soprattutto nella prima parte, dove il ritmo è elevato e sorprende per la costruzione di una società completamente bloccata, dove non c’è individualismo, tutti sono spersonalizzati e sono costretti a dire le stesse frasi, a fare le stesse cose e a cantare le stesse canzoni.
Tecnicamente favoloso e ricco di dettagli scenografici, The Lego Movie è un interessante monito alla creatività: bella, brutta, anarchica o caotica non importa, tutti sono capaci a creare qualcosa per combattere un microcosmo dove vige la standardizzazione di pensiero e di immaginario.
I Lego, di solito meccanismi preposti ad una funzione e a posizionarsi in un preciso posto, vanno contro la loro stessa sostanza di semplici pezzi di un grande mosaico, per conquistare un’indipendenza che prima di essere artistica è soprattutto esistenziale.
É questa la riflessione più lucida del film, che però, come si diceva, finisce la benzina troppo presto. A un mirabolante primo atto non ne viene seguito un altro di maggior spessore.
Curiosamente, quando la storia si fa più movimentata e la componente avventurosa prende il sopravvento, il film perde di brio e di verve caustica, assestandosi blandamente su una sceneggiatura telecomandata al millimetro,  fin troppo schematica.
Poteva uscire fuori un nuovo gioiellino dell’animazione, vintage e moderno, invece ci si trova di fronte a un prodotto sicuramente valido, ma che non ha il coraggio di perseguire strade meno edificanti e più satiriche, non riuscendo purtroppo a coinvolgere il cuore e la mente dello spettatore, scordandosi di dare un calore narrativo a ciò che racconta, essendo più attento ad inserire gag e citazioni pop a getto continuo, che alla fine diventano fine a se stessi. Come a voler coprire una mancanza di emozioni con continue strizzatine d’occhio.

A proposito dell'autore

Avatar photo

20 anni, diplomato al liceo linguistico. La passione per il cinema lo ha travolto dopo la visione di Pulp Fiction. Ha frequentato un workshop di critica cinematografica allo IULM. I sui registi di riferimento sono Tarantino, Fincher, Anderson, Herzog e Malick. Ama anche anche il cinema indie di Alexander Payne e Harmony Korine. Oltre che su CineRunner, scrive anche su I-FilmsOnline.