Guardiani della Galassia

Futuro imprecisato, Peter Quill è ricercato per aver rubato una sfera ambita dal malvagio Ronan, che minaccia l'intera galassia. Quill sarà costretto ad allearsi con uno strano gruppo di alieni reietti.
    Diretto da: James Gunn
    Genere: fantascienza
    Durata: 121
    Con: Chris Pratt, Zoe Saldana
    Paese: USA, UK
    Anno: 2014
7.1

Inaspettato campione di incassi nel mondo, Guardiani della Galassia è il quarto film della cosiddetta Fase Due del franchise Marvel e sulla carta doveva essere solo uno scanzonato riempitivo in attesa di Avengers: Age of Ultron di Joss Whedon, in uscita a primavera 2015. Ma la risposta del pubblico è stata straordinaria e il nuovo fenomeno ha in breve conquistato il box office, con un passaparola che ha fatto la fortuna del film, ormai saldamente posizionato al terzo posto degli incassi tra i dieci film Marvel usciti dal 2008 ad oggi (davanti ci sono solamente The Avengers e Iron Man 3).

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Ci sarebbero molte cose da dire su questo exploit e sulla sua genesi, ma quello che sta sotto gli occhi di tutti è come la formula di tanto successo sia semplice semplice: un pugno di protagonisti ben caratterizzato dal punto di vista psicologico (se non altro per quanto è possibile farlo in un fumetto) sommato a una storia essenziale e tutt’altro che nuova e ad effetti speciali che non tolgono spazio ai duelli e alle scorribande degli (anti)eroi spaziali. In sé sarebbe l’uovo di Colombo, ma gli esiti qualitativi della netta maggioranza dei cinecomics dimostra come sia tutt’altro che facile far quadrare i conti. Il regista James Gunn, che aveva già dimostrato in Super (2010) di saper maneggiare il registro patetico, non teme l’incipit lacrimoso, con la madre del piccolo Peter Quill che muore di cancro e il bambino che è incapace di allungare la mano nell’estremo cenno d’affetto: la fuga che ne segue termina in una alien abduction con la quale Peter ritrova un padre adottivo nel ribaldo pirata cosmico Yondu (un Michael Rooker che, dopo The Walking Dead, si conferma presenza costante nei film di Gunn). Di fatto, il rimando più immediato sembrerebbe Bambi (1942), adottato dal Grande Principe della Foresta dopo la scomparsa della madre e diventato in seguito a sua volta principe dopo varie peripezie con gli amici. Un sigillo Disney che vuole forse confermare la forza e il “peso” della tradizione (nel fumetto la morte della madre del futuro Star-Lord era violenta e avveniva per mano del marito geloso).

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Il classico vince, dunque, e l’obbligato riferimento alla saga di Star Wars (come pure le decine di strizzate d’occhio per gli appassionati di cinema “eighties” disseminate in giro per il film, a partire dalla colonna sonora tra Blue Swede, David Bowie, Jackson 5 e Marvin Gaye e dalla scena cult in cui Star-Lord cita Footlose come fosse una leggenda terrestre) può anche non essere essenziale: ma se Guardiani della Galassia sta trovando un consenso di massa presso un pubblico che non è fatto solo di intenditori della fantascienza anni Settanta e Ottanta, è indubbio che una buona parte del merito vada ai due guardiani più improbabili, il procione geneticamente modificato Rocket e il laconico e altruista Groot, sorta di pianta umanoide a cui è affidato il messaggio definitivo del team dei Guardiani: un “tutti per uno” che viene dritto da I Tre Moschettieri di Dumas padre, espresso tramite quel “Noi siamo Groot” che rappresenta l’unica variazione alla frase (destinata probabilmente a diventare proverbiale) che ripete per tutto il film.

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Alla fine è forse proprio questo il maggiore tra i motivi di fascinazione del film: il sapiente e non scontato recupero di uno scheletro da romanzo d’avventura che si sposa con personaggi incisivi alla ricerca della loro collocazione in un universo minaccioso e illeggibile. Come dire che nel genere non s’inventa nulla, al massimo si fanno piccole variazioni. Concetto ribadito quando, prima della partenza dei Guardiani, veniamo a sapere che la nave spaziale di Star-Lord è stata ricostruita “più o meno” com’era. E vale lo stesso per il nuovo Groot, che prende vita da un rametto del vecchio trapiantato in vaso. Aver compreso la necessità di ritornare in sintonia con uno spirito “classico” non è un merito da poco di James Gunn. Più che per la Fase Tre della Marvel-Disney strombazzata a suon di Ant-Man e Captain America 3, ci scopriamo già impazienti del suo sequel dei Guardiani della Galassia, annunciato per il luglio del 2017.

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Ha una foto di famiglia: Lang è suo padre e Fassbinder sua madre. John Woo suo fratello maggiore. E poi c'è lo zio Billy Wilder. E Michael Mann che sovrintende, come divinità del focolare. E gli horror al posto dei giocattoli. Come sarebbe bello avere una famiglia così...