Noi tutti l’abbiamo amata oltre la follia, da lei dipendiamo, per lei viviamo, non ci separiamo mai dal suo sguardo, in lei è il nostro cuore e la nostra mente non concepisce altro che il suo sorriso e i suoi occhi celeste scarlatti, dentro cui troviamo il nostro mondo, dentro cui enunciamo le nostre più profonde preghiere di gratitudine. Per lei soffriamo e a lei concediamo i doni della nostra creazione. Lei è la vita e il filo esile che ci ricongiunge alla sua figura ottenebra la nostra capacità di discerne quello che è reale da quel che è sogno. Lei è il sogno della nostra vita senza la quale la vita stessa non potrebbe progredire e annunciarsi in tutta la sua pienezza. Dai suoi occhi vergini di beatitudine e grazia noi attingiamo la nostra forza, dalla sua esile figura di tenera vergine noi apprendiamo i segreti della nostra fanciullezza. Per lei entriamo dentro un vortice di perdizione dove l’innocenza si ammanta di rugiada velenosa e la morte ha il suono del velluto, una coltre di immenso rosa appare davanti ai nostri occhi, la nostra carne diventa acuminata e rovente come un tizzone, la carne sfrigola, ci sentiamo abbandonare dai sensi e lei appare, monumentale aulica eterea virago, venuta per rubare la fibra che ci rende vitali. La fiaba inizia quando noi scopriamo la vita prima della vita insieme a lei. Solo ai nostri occhi è concesso questo shock visivo che ci renderà ciechi per il resto della nostra esistenza.

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Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).