Violent Cop

Il poliziotto violento Azuma lotta contro la mafia degli Yakuza. Quando quest'ultima gli rapirà la sorella disabile, Azuma scatenerà una spietata guerra.
    Diretto da: Takeshi Kitano
    Genere: poliziesco
    Durata: 103'
    Con: Takeshi Kitano, Maiko Kawakami
    Paese: JAP
    Anno: 1989
7.3

Violent Cop (1989) restituisce l’istantanea di morte che darà inizio ad una delle più avvincenti filmografie del cinema giapponese. Violent Cop rappresenta, già al primo film, la catarsi del cinema di Takeshi Kitano, il suo poliziesco più underground, il più spiccio, girato con la mano di chi già al primo colpo, senza avere particolari nozioni di cinema, sa dove posizionare la mdp, inventandosi prospettive di visione fuori dal comune.

Come ben si sa la produzione aveva ingaggiato un altro regista, che rinunciò all’ultimo, e Kitano venne ingaggiato per salvare il progetto. Quest’ultimo riscrisse le sceneggiatura e ne fece un noir cupo e disperato, quando la produzione avrebbe puntato su un prodotto più televisivo, senza tante pretese.
Violent Cop si può considerare l’unico poliziesco “istantaneo” di Kitano, (tutto avviene in poco tempo e l’atmosfera che si viene a creare è veramente di assistere ad un film-fucilata), diretta con uno stile ancora in una forma embrionale, prima che si trasformi a tutto tondo nell’ellisse figurativa di Sonatine (1993), vero e proprio film-manifesto della poetica di Kitano.
In Violent Cop la violenza stilizzata e improvvisa, assume valore politico, il mélo tra il protagonista e la sorella rimane impresso come effige commovente di una contesa finita in tragedia.
L’immagine finale, con il corpo di Beat Takeshi straziato sull’asfalto del garage, vale come firma immanente di uno spazio visivo coperto da una luce che sa di indifferenza e solitudine.
Nei successivi polizieschi Kitano raggiungerà un livello ancora più raffinato di stilizzazione poetica, attraverso opere quali Boiling Point (1990), Hana-Bi Fiori di fuoco (1997), Zatoichi (2003).

A proposito dell'autore

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Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).