Via Castellana Bandiera

Palermo, tempo presente. Due macchine si ritrovano imbottigliate, l'una davanti all'altra, in una stradina a senso unico, Via Castellana Bandiera. La prima è quella di Rosa e Clara, la seconda è quella di Samira. Nessuna delle due vuole cedere il passo all'altra. E' l'inizio di uno snervante duello.
    Diretto da: Emma Dante
    Genere: drammatico
    Durata: 92'
    Con: Emma Dante, Alba Rohrwacher
    Paese: ITA, SVI
    Anno: 2013
6.4

Via Castellana Bandiera (2013), il primo film diretto da Emma Dante, presentato alla 70^ Mostra dell’Arte cinematografica di Venezia, ha per protagoniste Elena Cotta, Emma Dante e Alba Rohrwacher, tre donne dalle caratteristiche visibilmente contrastanti, eppure sembrano amalgamarsi in un comune punto: la forza. Autorità, coraggio, ostinazione sono le peculiarità per cui ci si scontra e scorna.

Proprio come tori, le interpreti scalciano premendo l’acceleratore delle reciproche auto: una Punto e una Multipla.
Tutto accade in Via Castellana Bandiera, una stretta via nella città di Palermo, in cui vige l’anarchia: la strada non ha né indicazioni né un senso di marcia chiaro, è percorribile sempre e comunque da tutti.
Ed è lì che casualmente, ma non troppo, le vetture delle due donne provate dai dolori e problemi di una vita, si incontrano ed è lì che entrambe le guidatrici girano la chiave, impuntandosi e piantando bene i piedi in terra.
Ognuna ha il diritto sull’altra, ciascuna vuole vincere una sfida e una questione di principio. Si resta tutti fermi a guardare l’altrui reazione, aspettando che qualcuno o qualcosa possa modificare uno status che sembra essere immutabile o semplicemente attendendo che si decida di fare retromarcia per qualche metro e si lasci passare la vettura posta esattamente di fronte.
Tutto ciò, per quanto possa sembrare semplice e ovvio, non avviene. Non c’è evoluzione, né involuzione; si è spettatori passivi di una situazione inerte in una via senza regole di una città in cui tutti i protagonisti sono ribelli e, contemporaneamente, indifferenti.
Non sono previste soluzioni che vadano al di là di una scommessa: quale delle due signore cederà per prima? Niente più. Si osserva Samira (Elena Cotta) e Rosa (Emma Dante) mentre si scambiano sguardi rivali, competitivi e di sdegno. Cedere significa mostrarsi deboli e fragili; continuare a combattere rappresenta per entrambe, la capacità di mantenere la testa alta, la reputazione di colei che nulla teme e tutto affronta; anche a costo di star fisicamente male.
Un capriccio, uno stupido dispetto che si tramuta nella conditio sine qua non di un’esistenza complessa. Una realtà surreale ma interpretata con grande maestria e semplicità, sia dalla Dante, sia dalla Cotta, vincitrice della Coppa Volpi per la sua impeccabile performance.
Teatro a tutti gli effetti: sono i volti, gli occhi, i gesti e le reazioni a parlare, nulla in più o in meno; e per far questo bisogna avere coraggio: la prodezza di esordire con un film di più di due ore rischiando di annoiare o di non esser compresi.

A proposito dell'autore

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Nata a Napoli, laureata in Conservazione del beni demo-etno-antropologici, con sotto indirizzo in Musica e Spettacolo. Dall'antropologia al cinema, passando per fotografia e documentarismo, queste le sue passioni e i suoi vizi!