Tom à la ferme

Un giovane pubblicitario, Tom, presenzia ad una cerimonia funebre in un paese di campagna, ma scopre che nessuno dei membri della famiglia conosce il suo nome e la sua relazione con il defunto. Il fratello maggiore del suo amante defunto lo costringe ad un gioco macabro per preservare la famiglia dalla verità.
    Diretto da: Xavier Dolan
    Genere: drammatico
    Durata: 102
    Con: Xavier Dolan, Pierre-Yves Cardinal
    Paese: CAN, FRA
    Anno: 2013
7.4

Si sta parlando tanto e bene di Xavier Dolan, regista canadese classe ’89, fresco vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes per Mommy; al suo attivo può vantare già ben cinque lungometraggi. Prima di Mommyperò, è doveroso porre una lente d’ingrandimento su Tom à la ferme (2013), presentato lo scorso anno alla Mostra del Cinema di Venezia, rimasto discutibilmente senza premi ma soprattutto senza una distribuzione in Italia. L’uscita in Blu Ray sul mercato europeo è, senz’altro, un’occasione per recuperare questa piccola perla.

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La visita del giovane pubblicitario Tom in una fattoria nella campagna canadese al fratello e alla madre del fidanzato Guillaume, scomparso a causa di un incidente, è l’occasione per l’enfant prodige di riflettere su alcuni temi come il complesso di Edipo, la sindrome di Stoccolma e l’omosessualità, esplicita e latente. Dolan è abilissimo a creare una costante tensione narrativa ed emotiva, che non tende mai a esplodere completamente ma che contribuisce a rafforzare una atmosfera tesa e instabile, dovuta alla perfetta caratterizzazione dei due protagonisti, sempre sul punto di non essere in grado di trattenere il loro istinto, la loro essenza.

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Tom à la ferme ha il grande pregio di essere un film pieno di sfumature, che non dà risposte definite, che accarezza i personaggi lasciando sospese le loro intenzioni e offrendo la possibilità allo spettatore di assorbire autonomamente le numerose suggestioni che vengono offerte dalle immagini. Dolan dimostra una maturità registica tecnicamente impressionante: risulta fondamentale il lavoro che viene fatto con gli spazi, con il sonoro, con gli ambienti, oltreché con gli improvvisi sbalzi di tensione. Per non parlare, poi, della dimestichezza con le dinamiche psicologiche, accompagnate da continui ribaltamenti di ruolo.

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Si può affermare, dunque, senza timore che siamo di fronte a un nuovo autore, originale, autentico, che può permettersi di non replicare nessuna cifra stilistica e di non citare nessuno, perché risulta già solido, strutturato, personale. Non possiamo che aspettare ancor più che fiduciosi l’imminente Mommy, osannato a Cannes, e le prossime opere di un regista soltanto venticinquenne ma che ha già bene in testa un’idea di Cinema di assoluta intelligenza e carica emotiva.

A proposito dell'autore

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Laureato in giurisprudenza e autore del blog Il bello, il brutto e il cattivo. Si innamora del cinema nel 1999, dopo aver visto Tutto su mia madre, L'estate di Kikujiro, Eyes wide shut... Oggi, i suoi autori di riferimento sono Paul Thomas Anderson e Lars von Trier. Attualmente collabora con la rivista di cinema Ciak.