Storia di una ladra di libri

Nella Germania del 1939, durante il regime nazista, Lieser Meminger è una ragazzina abbandonata dalla madre, fuggita dal paese. Verrà adottata da una famiglia che si occuperà della sua istruzione, in un contesto dilaniato dalla guerra.
    Diretto da: Brian Percival
    Genere: drammatico
    Durata: 131'
    Con: Sophie Nelisse, Geoffrey Rush
    Paese: USA, GER
    Anno: 2013
4.8

Germania, 1939. Liesel Meninger è una bambina che viene accudita dai coniugi Rosa e Hans Hubermann, dopo l’abbandono della madre. Nonostante Liesel non sappia ancora leggere, grazie all’aiuto di Hans imparerà ad amare la lettura e i libri.

Trasposizione cinematografica del romanzo La bambina che salvava i libri di Markus Zusak, Storia di una ladra di libri è un dramma storico dalla struttura classicheggiante, dalla bella confezione e supportato dall’ottima colonna sonora di John Williams. L’ampio respiro narrativo che il film cerca è però sostituito da una mancanza di ritmo, di tensione e di capacità di racconto sconfortante, che rendono la pellicola insopportabile e insostenibile (2 ore francamente ingiustificabili), più vicina a un tv movie dal grosso budget che un prodotto cinematografico analogo.
In mano a uno come Steven Spielberg, un film del genere sarebbe sicuramente riuscito a dire la propria, ma alla regia c’è Brian Percival, conosciuto per aver diretto alcuni episodi della serie Downton Abbey.
Nonostante il gusto visivo leggermente laccato per il periodo storico messo in scena, sostenuto come si diceva priva da una buona fattura visiva, Percival non possiede il senso dell’epica spielberghiana, la capacità di rendere epica la vicenda della protagonista. Storia di una ladra di libri è un insieme consequenziale di scene, staccate da un contesto narrativo che possa definirsi coeso. Le sequenze del racconto, nella durata complessiva dell’operazione filmica, non risultano abbastanza interessanti, essendo messe in scene attraverso uno schema sempre neutralità e piattamente televisivo.
Programmatico nel suo incedere, Storia di una ladra di libri di Percival si concede il lusso della lezioncina ovviamente didattica, sicuramente adatta ad un pubblico giovane, ma francamente insostenibile per tutti gli altri.
Il contrasto tra la brutalità della guerra e del nazismo e la bellezza dell’immaginazione, l’impoverimento della realtà, contrapposto al fervido mondo dei libri, sono associazioni contenutistiche inutilmente enfatizzate. Nella sua carica ricattatoria, placidamente melensa, Storia di una ladra di libri è cinema talmente mediocre che fa dell’innocenza e dell’ingenuità le sue maggiori cifre stilistiche.

A proposito dell'autore

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20 anni, diplomato al liceo linguistico. La passione per il cinema lo ha travolto dopo la visione di Pulp Fiction. Ha frequentato un workshop di critica cinematografica allo IULM. I sui registi di riferimento sono Tarantino, Fincher, Anderson, Herzog e Malick. Ama anche anche il cinema indie di Alexander Payne e Harmony Korine. Oltre che su CineRunner, scrive anche su I-FilmsOnline.