Qualcuno da amare

Akiko, una studentessa prostituta, sale su un taxi e accetta di concedersi ad un anziano professore. Inizia una strana relazione senza coinvolgimento sessuale.
    Diretto da: Abbas Kiarostami
    Genere: drammatico
    Durata: 109'
    Con: Tadashi Okuno, Rin Takanashi
    Paese: FRA, GIAP
    Anno: 2012
7.1

Qualcuno da amare, è un film diretto da Abbas Kiarostami, regista amato da Godard e da Scorsese, su una giovane studentessa che impara a conoscere il concetto di affetto.

Volersi bene, amare l’altro, proteggerlo e averne premura questi sono i verbi su cui il director iraniano punta affinchè il suo pubblico rifletta. A volte basta poco per far sì che una vita sia migliore. Bisogna solo saper dare.
Akiko (Rin Takanashi), la ragazza che vende il suo corpo, sa come soddisfare i bisogni sessuali di un uomo, ma non sa cosa significhi essere amati per davvero. Il Professore è l’emblema di quel che le risulta ignoto: dolcezza, cortesia, rispetto.
La delicatezza delle riprese, delle battute, degli sguardi regna sovrana ricordando molto le caratteristiche di un cinema asiatico: un ritmo tanto lento da far sembrare che l’immagine sia accarezzata.
L’assoluta raffinatezza dei gesti e dei sorrisi si sposa con il concetto di pudore e di eleganza che vuole comunicare e insegnare lo stesso Professore. Un film leggero che vede solo nel finale il picco del brio e del rumore, senza però effettivamente scomporre i personaggi dalla loro iniziale compostezza.
I luoghi sono sempre cinti: una stanza, un’autovettura, un locale. Sembra quasi che anche in questo ci
sia un parallelismo sulla condizione psicologica e sociale di Akiro. La delimitazione degli ambienti come una gabbia all’interno della quale emotivamente è rinchiusa. Non c’è spazio per la libertà.
A questo bisogna aggiungere tuttavia che la stasi filmica trasporta lo spettatore nella consapevolezza che qualora volesse distrarsi non perderebbe nessun anello della catena, ma solo qualche bell’inquadratura e dei potenti sguardi attoriali.
Difficile stabilire se questo possa essere consolatorio o strategico o ancora, se sia un’arma vincente. Tutto scivola serenamente, quasi per inerzia. E probabilemente è questa la pecca di un’ora e mezza di visione.

A proposito dell'autore

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Nata a Napoli, laureata in Conservazione del beni demo-etno-antropologici, con sotto indirizzo in Musica e Spettacolo. Dall'antropologia al cinema, passando per fotografia e documentarismo, queste le sue passioni e i suoi vizi!