Machete Kills

Il Presidente degli Stati Uniti ingaggia Machete per una missione apparentemente impossibile: fermare un terrorista che vuole far saltare in aria la Casa Bianca con un razzo. In cambio il Presidente gli offre di ripulire la sua fedina penale e la cittadinanza americana.
    Diretto da: Robert Rodriguez
    Genere: azione
    Durata: 107'
    Con: Danny Trejo, Mel Gibson
    Paese: USA, RUS
    Anno: 2013
4.6

Nato come fake trailer all’interno del progetto Grindhouse e successivamente arrivato sul grande schermo con il film del 2010, Machete, il personaggio creato dalla mente di Robert Rodriguez ha il suo sequel.

Dopo le peripezie del primo capitolo, Machete, interpretato dal volto e dal corpo tumefatto di Danny Trejo, dovrà fermare un mercante d’armi fuori di testa che possiede un missile nel suo soggiorno. Una missione che solo l’antieroe messicano può riuscire a compiere.
Se il primo Machete aveva guadagnato la sua riuscita con il tono ironico e volutamente sopra le righe ma allo stesso tempo incredibilmente bilanciato e aveva un suo senso nell’omaggio al cinema di explitation, in Machete Kills è tutto troppo assurdo per essere credibile anche per lo spettatore meno esigente. Questa volta Rodriguez pare aver fatto una parodia di una parodia, la presa in giro di un genere che è già di suo esagerazione, finendo per rovinare quello che il suo personaggio aveva dato d’interessante in precedenza.
Lasciando stare lo sviluppo della trama che sfugge a qualsiasi analisi critica, dove accade tutto è il contrario di tutto senza alcun senso logico, Rodriguez infarcisce il film di una miriade di micro colpi di scena in cui nulla è come sembra, i buoni diventano cattivi, quello che è vero è in realtà falso, in un continuo ma inefficace gioco a sorprendere chi sta guardando, e anche il sottotesto politico cioè l’ambiguo rapporto tra Messico-Stati Uniti scompare totalmente.
Questo sequel da l’impressione per tutta la sua durata di essere andato pericolosamente fuori rotta, anche in un contesto in cui il paradosso e il senso del grottesco sono leciti.
Ci sono sempre arti e corpi mozzati, sangue a fiotti, teste che volano, grosse armi e bellissime donne, ma l’aspetto più di genere e che doveva essere il cavallo di battaglia di tutta la pellicola è la meno ispirata e divertente con situazioni poco originali e alcune replicate in maniera pedissequa al primo film.
Non basta neanche un cast pieno di nomi altisonanti, per risollevare un film che avrebbe trovato una miglior collocazione nel mercato home video. Resta nella memoria, il fisico di Machete/Danny Trejo, sconvolto da ogni ferita corporea e psicologica che resta in piedi e combatte contro il poco credibile mondo creato da Rodriguez, che non ha alcuna voglia di fermarsi a un secondo capitolo, come si annuncia alla fine del film.

A proposito dell'autore

Avatar photo

20 anni, diplomato al liceo linguistico. La passione per il cinema lo ha travolto dopo la visione di Pulp Fiction. Ha frequentato un workshop di critica cinematografica allo IULM. I sui registi di riferimento sono Tarantino, Fincher, Anderson, Herzog e Malick. Ama anche anche il cinema indie di Alexander Payne e Harmony Korine. Oltre che su CineRunner, scrive anche su I-FilmsOnline.