Il regno dei sogni e della follia

La documentarista Mami Sunada entra nello Studio Ghibli, andando ad incontrare personalità che hanno fatto grande il cinema giapponese degli anime: i registi Hayao Miyazaki e Isao Takahata e il produttore Toshio Suzuki.
    Diretto da: Mami Sunada
    Genere: documentario
    Durata: 118
    Con: Hayao Miyazaki, Isao Takahata
    Paese: GIAP
    Anno: 2013
8.2

Il Regno dei sogni e della follia, documentario sul celeberrimo Studio Ghibli, è uscito nelle sale italiane in due date uniche, 25 e 26 Maggio, con un imbarazzante ritardo di due anni rispetto al Giappone. Mami Sunada porta la sua telecamera fra i tavoli da disegno, mostrandoci i lavori dei registi Hayao Miyazaki e Isao Takahata – sebbene al primo sia riservata un’attenzione decisamente maggiore. Al momento delle riprese, lo Studio era impegnato nella produzione di due film: Si alza il vento (2013), lavoro con cui Miyazaki ha annunciato il suo ritiro, e La storia della principessa splendente (2013) di Takahata. Sunada racconta il processo creativo che sta alla base delle produzioni antitecnologiche che hanno reso famoso in tutto il mondo lo studio d’animazione giapponese.

kingdom2

 

Miyazaki si apre alla regista con grande semplicità e auto-ironia. Guarda poco in macchina, ride molto, disegna ininterrottamente. Ci vengono mostrati tutti i momenti della realizzazione di un film Ghibli: la stesura degli ekonte (la versione giapponese dello storyboard), piccoli acquerelli realizzati esclusivamente dal regista; la discussione delle tempistiche scena per scena, cronometro alla mano; i disegnatori, il doppiaggio, la promozione. E Miyazaki, ultra-settantenne con lo spirito di un ragazzino scapestrato, segue tutte le fasi della vita della sua pellicola con una passione commovente. A Takahata sono dedicate pochissime scene e, come se non bastasse, è oggetto di frecciatine da parte di tutto lo studio (“Sta cercando di non finire il suo film, vero? Non lo vuole proprio finire.”) a causa della travagliata lavorazione per La Principessa Splendente.

kingdom3

Il documentario è il classico behind-the-scenes: illustra esaustivamente il certosino lavoro di ideazione, lavorazione e produzione di una pellicola, condendo il tutto con aneddoti e flashback sulla creazione dello Studio Ghibli. Sorvolando sulla realizzazione un po’ affrettata di alcune scene (riprese sovraesposte e spesso fastidiosamente tremolanti), il documentario sembra essere affetto dalla sindrome delle 2 ore. Racconta poche cose, e per farlo usa 40 minuti di troppo.

A proposito dell'autore

Avatar photo

Da quando ha visto L’ombra del dubbio non ha più smesso di fantasticare su Hitchcock e Joseph Cotten. Tra una foto e l’altra, studia storia del cinema a Torino. Ha paura del buio, quindi vuole sempre un proiettore acceso.